L'Ottuplice Sentiero

I Retta parola

Il primo sentiero da seguire individua nell’uso della “parola” un momento fondamentale. Le “parole” non sono “semplicemente” parole. Attraverso di esse si possono ferire le persone in modo estremamente profondo e quindi è importante prestare molta attenzione a ciò che si dice e a come lo si dice, evitando a tutti i costi la menzogna.

L’obiettivo da raggiungere è quello di dare significato alle parole in modo che possano essere messaggi positivi capaci di migliorare la vita di coloro con i quali si entra in relazione.

II Retta azione

Tutto ciò che si compie, tutte le azioni sono influenzate positivamente o negativamente dai pensieri. Una azione giusta è frutto di una intenzione giusta e la meditazione è certamente di aiuto per per imparare ad agire bene. Ma qual è l'azione giusta?

Il cuore della retta azione è il prendersi di cura della vita, in ogni sua forma, attraverso un atteggiamento non violento, cioè ponendo un freno all'aggressività, all'ostilità. Inoltre è importante anche lavorare per porre un limite all'istinto di appropriarsi di tutto quello che si può prendere. E' frenare la terribile bramosia del possesso.

Il principio generale da seguire quindi, è quello di concentrarsi sul fatto che è giusto cercare il bene degli altri prima che il proprio. La gioia proviene dalla coscienza di agire per il bene di tutto.

III Retta sussistenza

La terza via da seguire riguarda lo stile di vita legato ai beni materiali. Questo sentiero indica due elementi importanti: il primo la modalità con cui si procurano i mezzi di sussistenza, il secondo l’importanza che viene data ai beni.

Il primo elemento ricorda che il modo con cui si ottiene ciò che è necessario per vivere segna la qualità morale della vita stessa, le dà un orientamento. I beni procurati facendo ricorso a pratiche illegali, o danneggiando la vita del prossimo, non possono fare altro che arrecare dolore.

Il secondo elemento pone l’accento sul fatto che una vita giusta, vissuta nell’essenzialità, in quella corretta via di mezzo che non è né fuga da tutto ciò che materiale, né attaccamento alla ricchezza, educa la mente alla libertà.

IV Retto sforzo

La quarta via consiste nel lasciare defluire da noi stessi l'energia positiva che deve essere diretta all'educazione della mente, vera chiave di volta dell'intero sentiero. L'importanza dello sforzo sta nel fatto che ogni persona è responsabile della sua liberazione dal Dukkha e questa può essere raggiunta solo nell'impegno e nella perseveranza.

Il retto sforzo è costituito da quattro azioni:

  1. impedire il nascere di condizioni negative

  2. impegnarsi a eliminare quelle già sorte.

  3. desiderare che nascano condizioni positive

  4. applicarsi perché le condizioni positive non vengano trascurate ma coltivate nella loro crescita e maturazione.


Le condizioni negative possono essere riassunte in quelli che vengono definiti “i cinque impedimenti”. Questi impedimenti sono: il desiderio sensuale, la malevolenza, la pigrizia, l'agitazione/preoccupazione, il dubbio.

Il desiderio sensuale è la cupidigia ossia l'avidità sfrenata di ricchezza e di possesso di tutto ciò che è oggetto dei nostri sensi.

La malevolenza che è l'ostilità, il risentimento verso gli altri, verso le situazioni e verso se stessi.

La pigrizia ossia l'atteggiamento di una mente lenta che trascura la ricerca della verità e dell'arricchimento delle proprie conoscenze.

L'agitazione che si esprime in una forma di irrequietezza che genera ansia e conduce la mente di pensiero in pensiero, e la preoccupazione che nasce dal continuo rimorso per gli errori compiuti e dalla costante paura per il futuro.

Il dubbio che non deve essere confuso con la giusta capacità critica, ma che è l'incapacità radicale di decidersi di intraprendere la pratica spirituale.


Le condizioni positive sono la calma, la concentrazione, la consapevolezza, l'attento esame di ciò che avviene, la gioia, la serenità e l'imparzialità nell'assumere una posizione o nel pronunciare un giudizio.

V Retta attenzione

La quinta via, detta anche “Retta consapevolezza”, consiste in una attenzione vigile, nell'essere pienamente coscienti di se stessi, del proprio corpo, delle emozioni e sensazioni, dell'attività mentale, delle idee e dei pensieri.

nella pratica della retta Consapevolezza, la mente viene educata a rimanere nel presente, aperta e calma rivolta all'esperienza dell'evento attuale. La mente consapevole non si volge continuamente al passato e al futuro, ma sta nel momento presente, vigile nell'osservazione di ciò che avviene.


"Non inseguire il passato, non crearti aspettative per il futuro. Perche' il passato non esiste piu' e il futuro non esiste ancora. Da' attenzione alle cose cosi' come sono in questo istante - proprio qui e proprio ora - senza farti tirar dentro, senza vacillare. Cosi' ti devi esercitare. Devi stare attento oggi, perche' domani, chissa', potrebbe esser troppo tardi. La morte arriva all'improvviso e non vuol sentir ragioni. Se vivrai cosi', con attenzione, giorno e notte, allora si' che potrai dirti saggio".


(Bhaddekaratta Sutta, Majjhima Nikaya 131)

VI Retta concentrazione

Come abbiamo visto, un elemento imprescindibile all'interno della dottrina buddhista, è la capacità di concentrazione. Con questa si intende lo sforzo di educare la mente a focalizzare l'attenzione su un solo obiettivo per volta. Se è certo infatti che l'apertura al mondo è essenziale, è altrattanto importante la capacità di concentrarsi senza essere distratti dagli innumerevoli stimoli circostanti.

Ovviamente la strada privilegiata per raggiungere un buon livello di concentrazione è la pratica della meditazione che allena la mente a controllare le distrazioni. Con la meditazione si riuscirà ad essere più attenti, a migliorare la capacità di osservazione e di interpretazione di ciò che avviene.

VII Retta visione

Significa avere una corretta comprensione di se stessi e del mondo. Infatti sebbene si possa avere la propria visione del mondo, essa può non sempre essere corretta. Se si comprendono le cose come esse realmente sono si potrà vivere una vita più felice e più significativa.

Necessario per attuare una corretta visione, è lo sforzo di concentrarsi sul momento presente.

La base della retta visione è il riconoscimento delle "Quattro Nobili Verità".


Non indugiare sul passato; non sognare il futuro, concentra la mente sul momento presente. (Buddha)

VIII Retta intenzione

E' il corretto impegno, sostenuto dalla "Retta visione" e dalla compassione per tutti gli esseri viventi, per padroneggiare la tṛṣṇā cioè l'attaccamento al desiderio di vivere, al desiderio di affermare se stessi come il centro del mondo.

La retta intenzione è un insieme di propositi e scopi, inclinazioni della volontà e del desiderio, che sono buoni e conformi al Dharma.

Il Buddha ha insegnato che tutto ciò che siamo è il risultato di ciò che abbiamo pensato: è fondato sui nostri pensieri, è costituito dai nostri pensieri: se infatti un uomo parla o agisce con un pensiero puro, la felicità lo segue come un'ombra.


Mantieni il distacco dalle cose, non diventarne schiavo. Tutto ciò di cui hai bisogno per essere felice è già parte di te. (Buddha)